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Hybrid cloud: a cosa serve e quali sono le soluzioni

Giugno 2025 | Pietro Cotrupi, Matteo Bonfanti

L’hybrid cloud, noto in italiano come cloud ibrido, si configura come una possibile soluzione architetturale in grado di coniugare flessibilità operativa, sicurezza dei dati e ottimizzazione dei costi, integrando e armonizzando più ambienti IT (pubblici, privati e on-premise) e consentendo una gestione coerente e dinamica delle risorse informatiche.

L’attuale scenario economico globale, infatti, caratterizzato da una crescente instabilità dovuta a fenomeni inflattivi e a politiche protezionistiche come i dazi commerciali, impone alle imprese una riflessione più ampia sulle scelte infrastrutturali, in particolare quelle legate all’adozione di tecnologie cloud. Non si tratta più soltanto di un confronto tra performance o flessibilità operativa, ma di una valutazione che deve tener conto delle variabili macroeconomiche, della sostenibilità dei costi nel lungo periodo e della resilienza rispetto a interruzioni della supply chain digitale. Con l’aumento dell’inflazione globale, i costi operativi ricorrenti tendono inevitabilmente a crescere e il cloud pubblico, storicamente apprezzato per la sua accessibilità as a service e il suo modello a consumo, può trasformarsi in una fonte di volatilità finanziaria per le aziende. L’adozione dell’hybrid cloud può rappresentare dunque una risposta strategica a esigenze concrete di flessibilità, controllo, sicurezza e ottimizzazione dei costi.

È fondamentale sottolineare che non esiste una soluzione universalmente valida alla scelta tra cloud pubblico e hybrid cloud. La crescente complessità dei modelli operativi, delle normative e delle architetture distribuite impone oggi un approccio basato sull’analisi di esigenze specifiche e obiettivi concreti, più che su una preferenza predefinita per un modello o per l’altro. Alcune aziende trovano nel cloud pubblico la soluzione più coerente con la loro struttura agile e digitale. Altre, per ragioni legate alla governance dei dati, alla conformità o alla prossimità operativa, adottano modelli ibridi che integrano cloud pubblico e infrastrutture locali. Entrambi gli approcci sono validi: la vera sfida è capire quale sia il più adatto al proprio contesto.

Cloud pubblico: velocità, scalabilità e semplicità di gestione

Il cloud pubblico è spesso la scelta più adatta per organizzazioni che puntano sulla rapidità operativa, sulla scalabilità elastica e sulla standardizzazione. La sua forza è nella capacità di adattarsi in tempo reale a esigenze variabili, come può accadere in startup digitali, aziende tecnologiche in fase di espansione o servizi online ad alto traffico.

Un esempio pratico può essere rappresentato da una piattaforma e-commerce che, in occasione del Black Friday, registra un picco di accessi e transazioni. In questi casi, poter scalare in modo immediato le risorse disponibili, senza dover investire in hardware fisico o preoccuparsi della manutenzione infrastrutturale, è un vantaggio competitivo tangibile.

Tuttavia, anche in ambienti cloud-first, la valutazione dei costi operativi, delle performance di rete e della governance dei dati rimane fondamentale per garantire sostenibilità e affidabilità nel tempo.

Perché l'hybrid cloud ad integrazione di soluzioni di cloud pubblico

Il cloud ibrido si configura invece come una soluzione adatta a contesti con una varietà elevata di requisiti operativi. Ad esempio, un’azienda che deve gestire sia ambienti altamente regolamentati sia progetti innovativi in ambito data science, può trovare in un modello ibrido una forma di equilibrio operativo. In questi scenari, alcune risorse vengono mantenute on-premise per garantire controllo, bassa latenza o sicurezza, mentre altre vengono spostate sul cloud per aumentare la scalabilità, velocizzare i processi di test e deployment o alleggerire l’infrastruttura interna.

Prendiamo il caso di un’industria farmaceutica che gestisce dati clinici protetti da regolamenti nazionali e internazionali. Per questa azienda, ospitare tali dati su infrastrutture locali garantisce maggiore controllo e conformità, ma non esclude la possibilità di sfruttare il cloud pubblico per ambienti di simulazione clinica o analisi predittiva su dataset anonimizzati.

Contesti normativi e controllo: quando l’infrastruttura locale è un requisito

Molte imprese operano in settori regolamentati dove la sovranità del dato è un principio irrinunciabile. Non si tratta di preferenze tecnologiche, ma di risposte obbligate a vincoli normativi, come quelli imposti dal GDPR, NIS2 o dalla direttiva DORA.

In questi casi, sapere dove si trovano fisicamente i dati, e poter dimostrare che sono gestiti in linea con le policy di sicurezza, è cruciale. La prossimità dei dati non solo garantisce conformità, ma permette anche di ottimizzare i tempi di risposta in contesti come la sanità, l’industria o i sistemi di sicurezza pubblica.

Tuttavia, anche in questi scenari, non è raro vedere l’utilizzo del cloud pubblico per workload (applicazioni, servizi, processi IT) non sensibili, come l’elaborazione di dati statistici o lo sviluppo di nuove applicazioni, creando una complementarità intelligente tra ambienti.

Esempi concreti: chi può trarre vantaggio da quale modello

Il cloud pubblico offre indubbi vantaggi in termini di scalabilità, accessibilità e rapidità di deployment. Tuttavia, la sua adozione esclusiva può non essere sempre adatta, soprattutto in contesti caratterizzati da requisiti stringenti di compliance normativa, elevati volumi di dati sensibili o scenari a bassa connettività.

Un’azienda può orientarsi verso l’hybrid cloud se:

  • Opera in settori critici (finanza, sanità, industria)
  • Deve gestire applicazioni legacy non facilmente migrabili
  • Ha una rete con connettività limitata o non costante
  • Richiede tempi di latenza molto bassi, come nel controllo industriale in tempo reale
  • D’altra parte, un’azienda potrebbe preferire il cloud pubblico se:

  • Ha bisogno di lanciare rapidamente nuovi servizi digitali
  • Lavora con team distribuiti a livello globale
  • Ha risorse IT limitate e vuole ridurre la complessità di gestione
  • Punta sull’innovazione continua con strumenti cloud-native
  • Gestire l’infrastruttura locale: le soluzioni HPE GreenLake e Azure Local

    Per le organizzazioni che necessitano di integrare risorse locali con servizi cloud, esistono soluzioni tecnologiche avanzate che consentono di mantenere coerenza gestionale e sicurezza, senza rinunciare ai benefici della scalabilità.

    HPE GreenLake rappresenta un modello “as-a-service” che porta la flessibilità del cloud pubblico direttamente nel data center privato, offrendo un’esperienza d’uso simile a quella del cloud pubblico, ma in un ambiente controllato e personalizzabile in Data Center HP. Le aziende che hanno già investito in infrastrutture locali, ma vogliono modernizzarle, trovano qui una risposta concreta per ridurre costi nascosti e automatizzare la gestione. Questo approccio consente alle aziende di:

  • Pagare solo per le risorse effettivamente utilizzate
  • Scalare in base alla domanda
  • Automatizzare la gestione dell’infrastruttura
  • Ridurre il TCO e i costi nascosti legati all’overprovisioning
  • Allo stesso modo, Azure Local, all’interno dell’offerta Azure Stack HUB, consente di eseguire workload virtualizzati e containerizzati in sede, pur mantenendo la compatibilità con i servizi cloud di Microsoft Azure. Questo si traduce nella possibilità di estendere policy di sicurezza, utilizzare strumenti come Windows Admin Center e beneficiare di aggiornamenti centralizzati.

    La soluzione Azure Local abilita dunque ambienti virtualizzati e containerizzati (Windows, Linux, Kubernetes) in locale, mantenendo al tempo stesso la compatibilità nativa con i servizi di Azure.

    Tra i vantaggi:

  • Possibilità di usare immagini VM da Azure Marketplace
  • Aggiornamenti automatici (hot patching, firmware, driver)
  • Estensione delle policy di Azure a risorse locali (con Azure Arc)
  • Integrazione con Windows Admin Center per la gestione remota e sicura anche su reti non connesse a internet
  • Prossimi passi per modernizzare e gestire i costi della tua infrastruttura IT

    Modernizzare l’infrastruttura IT non è un progetto da affrontare “una tantum”, ma un percorso continuo che richiede visione strategica, strumenti adeguati e competenze aggiornate. Esistono processi ben definiti e soluzioni tecnologiche che permettono di affrontare questa sfida in modo graduale, misurabile ed economicamente sostenibile.

    1. Assessment iniziale e simulazione dei costi

    Il primo passo è un’analisi dettagliata dell’ambiente attuale: comprendere i costi nascosti, le inefficienze operative, le risorse sottoutilizzate e i rischi di sicurezza. Orbyta Tech propone assessment personalizzati con simulazione dei costi, per definire una roadmap chiara e prioritaria d’intervento.

    2. Setup hardware e software con modello a consumo

    Attraverso piattaforme come HPE Proliant o GreenLake e Azure Local, l’infrastruttura può essere modernizzata adottando un modello a consumo, dove si paga solo ciò che si utilizza realmente. Questo riduce gli sprechi e ottimizza il budget IT, liberando risorse per l’innovazione.

    3. Sicurezza e compliance integrate

    La gestione della cybersecurity e della compliance normativa (es. NIS2, DORA, Accessibility Act) deve essere centrale nella strategia di modernizzazione. I servizi gestiti di Orbyta Tech includono:

  • Monitoraggio e aggiornamenti da remoto
  • Patch management automatizzato
  • Onboarding e offboarding software
  • Gestione centralizzata di device e identità
  • In questo contesto, la gestione proattiva dell’infrastruttura tramite strumenti RMM consente di individuare e risolvere problemi prima che diventino critici, garantendo continuità operativa e riduzione dei tempi di fermo.

    4. Formazione

    La modernizzazione implica un’evoluzione culturale oltre che tecnologica. In quest’ottica, l’investimento nella formazione continua del personale IT e degli utenti aziendali rappresenta un fattore strategico. Orbyta Tech supporta i propri clienti attraverso programmi strutturati di aggiornamento e assistenza, con l’obiettivo di massimizzare il ritorno sugli investimenti e assicurare un impatto concreto e misurabile sul business.