Torna a tutti gli articoli

Tra AI Anxiety e soft skill: l’intervento di Orbyta Tech all’evento InnovActors 2025

Oggi si parla sempre più spesso di AI Anxiety, n fenomeno che descrive l’ansia e i timori legati all’accelerazione dell’Intelligenza Artificiale e che, secondo le ricerche, riguarda già il 32% dei lavoratori italiani. In occasione dell’evento AI-Powered Evolution, appuntamento del ciclo InnovActors promosso dai Digital Innovation Days Italy e organizzato con il supporto di Timeflow, Agnese Vellar di Orbyta Tech è intervenuta per raccontare il proprio punto di vista su come affrontare la trasformazione che l’Intelligenza Artificiale sta generando nel mondo del lavoro e nelle dinamiche organizzative, mettendo in evidenza l’importanza di accompagnare l’adozione tecnologica con un percorso parallelo di consapevolezza, competenze e centralità delle emozioni.

La tecnologia da sola non basta

L’AI anxiety è l’evoluzione di un fenomeno tipicamente moderno ma non specifico dell’era dell’AI. Le persone, infatti, da decenni hanno difficoltà a gestire la quantità di stimoli dell’ambiente industrializzato e quindi hanno difficoltà ad adattarsi. La distanza tra il ritmo naturale dell’adattamento e la rapidità dell’innovazione produce inevitabilmente ansia, resistenze e paure.

Questo fenomeno emerge da ricerche internazionali ma anche dal confronto con partner e clienti. In una fase iniziale infatti la richiesta del mercato è stata relativa all’introduzione di soluzioni tecnologiche basate sull’AI, come chatbot, agenti intelligenti, piattaforme integrate, pensate per ottimizzare la produttività e semplificare i processi, ma l’esperienza ha mostrato come non sia sufficiente sviluppare la tecnologia più avanzata o disegnarla nel modo più coerente possibile con i processi aziendali, perché se le persone non sono pronte ad adottarla, il rischio concreto è che la soluzione non venga utilizzata in modo efficace, con conseguenze negative non solo in termini di ritorno sull’investimento ma anche di retention e coinvolgimento dei collaboratori.

Dall’AI Anxiety all’AI Mindset

A partire da questa riflessione è nata la necessità di affiancare l’introduzione tecnologica a un percorso parallelo di riflessione sulle competenze trasversali, o soft skill, con l’obiettivo di sviluppare un vero e proprio AI Mindset: un approccio che non si limita ad abilitare nuove competenze tecniche, ma che permette alle persone di elaborare una visione positiva e creativa del proprio futuro, immaginando nuove traiettorie di carriera e nuovi modi di contribuire all’interno del proprio team. L’AI Mindset rappresenta quindi un percorso di rafforzamento delle capacità emotive, relazionali e cognitive che diventano sempre più decisive in contesti caratterizzati da incertezza e cambiamento costante.

Futures Thinking e Futures Design Thinking

Accanto a questo approccio prende forma l’adozione del Futures Thinking, una disciplina nata oltre cinquant’anni fa e utilizzata dai futurologi per immaginare scenari a dieci anni. In un’epoca in cui la velocità e l’imprevedibilità del cambiamento socio-tecnologico sono tali da rendere obsoleti i modelli lineari di previsione, la prospettiva di lungo periodo serve oggi a comprendere ciò che potrebbe accadere già nei prossimi mesi. Su questa base si innesta il Futures Design Thinking, un metodo che non invita semplicemente a progettare con le tecnologie disponibili al momento, ma che spinge a immaginare scenari “disruptive” e futuribili, per poi risalire retrospettivamente alle soluzioni abilitanti che potranno renderli reali. In questa direzione si colloca anche la sperimentazione con l’AI generativa per la creazione di design fiction, narrazioni audiovisive di scenari possibili che consentono di esplorarne non solo la fattibilità tecnica, ma anche l’impatto emotivo sulle persone e sulle organizzazioni.

Il ruolo cruciale di HR e innovazione

In questo contesto, le funzioni di HR e innovazione assumono un ruolo cruciale, perché guidare la trasformazione non significa introdurre nuove tecnologie per sostituire l’uomo con la macchina, ma promuovere un utilizzo dell’AI capace di potenziare il valore umano, trasformandola in un’alleata e non in una minaccia. La chiave per riuscirci è la consapevolezza: consapevolezza della tecnologia, delle sue potenzialità e dei suoi limiti, ma anche del proprio ruolo, sia come individui sia come organizzazioni, nel disegnare un futuro che sia più sostenibile, inclusivo e umano-centrico.

Orbyta considera la tecnologia un elemento abilitante ma non trainante, e proprio per questo investe nel favorire un approccio che metta al centro le persone, le loro emozioni e la loro capacità di immaginare scenari futuri. Solo così l’AI può diventare un vero motore di innovazione, generando valore non solo produttivo ed economico, ma anche culturale, creativo e sociale.

Foto dell’evento InnovActors 2025
Foto dell’evento InnovActors 2025
Foto dell’evento InnovActors 2025
Foto dell’evento InnovActors 2025
Foto dell’evento InnovActors 2025
Foto dell’evento InnovActors 2025