Obbligo BIM 2025: tutto quello che devi sapere per essere compliant alla normativa
L’obbligo BIM 2025 rappresenta un passo fondamentale verso la digitalizzazione del settore edilizio. Dal 2025, l’adozione del Building Information Modeling sarà obbligatoria per tutti gli appalti pubblici sopra i 2 milioni di euro. In questo articolo analizzeremo cosa prevede la normativa, come adeguarsi e quali sono i benefici per le PA e i professionisti del settore.
Che cos’è il BIM?
Il Building Information Modeling, o BIM, è un processo digitale che integra informazioni dettagliate sulla progettazione, costruzione e gestione di edifici e infrastrutture. Questo approccio consente di creare modelli tridimensionali ricchi di dati utili in ogni fase del ciclo di vita di un’opera, migliorando la trasparenza delle informazioni e l’efficienza dei processi progettuali.
Il BIM è il cuore della digitalizzazione del settore edilizio. Attraverso la modellazione informativa, le aziende possono ridurre gli sprechi di tempi e costi, prevenire errori e migliorare la qualità dei progetti. L’obiettivo principale dei progetti realizzati con il metodo BIM è la creazione di un digital twin, un gemello digitale che permette a tutti i professionisti coinvolti di monitorare l’intero ciclo di vita dell’opera: dalla fase di progettazione e costruzione fino a quelle di gestione e manutenzione. La normativa italiana ne promuove l’adozione proprio per accelerare il processo ottimizzazione delle risorse e miglioramento dell’efficienza.
Cosa prevede la normativa BIM dal 2025?
L’introduzione del BIM nel settore edilizio italiano segue un percorso normativo graduale, culminato nel D.lgs. 36/2023. Il decreto conferma la data del 1° gennaio 2025 come termine definitivo per l’obbligo del BIM, ma modifica le soglie economiche e le modalità di applicazione previste per la sua implementazione.
Quando e per chi è obbligatorio il BIM?
Dal 2025, il BIM sarà obbligatorio per:
- Opere di nuova costruzione e interventi su costruzioni esistenti con una stima parametrica del valore superiore a 2 milioni di euro.
- Interventi su beni culturali, dove la soglia economica specifica è fissata a 5.538.000 euro, rispetto alla soglia generale di 1 milione precedentemente applicata senza distinzioni.
È importante sottolineare che la soglia di 2 milioni di euro si riferisce alla stima parametrica del progetto. Dunque, questo approccio consente di includere una gamma più ampia di interventi pubblici, in linea con quanto disposto dal D.M. 312/2021 e dal precedente codice degli appalti.
Questa modifica amplia l’applicabilità dell’obbligo BIM, rendendo il modello digitale un elemento cruciale per i progetti di medio e grande rilievo. Di conseguenza, le stazioni appaltanti e gli enti concedenti dovranno dotarsi degli strumenti e delle competenze necessarie per rispettare i requisiti normativi.
Perché il BIM è fondamentale negli appalti pubblici
L’utilizzo del modello BIM negli appalti pubblici offre numerosi vantaggi sia per le Pubbliche Amministrazioni sia per le imprese private, migliorando la qualità dei progetti e riducendo tempi e costi.
Infatti, i benefici che le PA possono trarre dall’introduzione della metodologia bim riguardano:
- Trasparenza nei processi di appalto: tutte le fasi di progettazione, costruzione e manutenzione delle opere pubbliche sono tracciabili e verificabili.
- Riduzione di errori e costi nelle opere pubbliche: la modellazione digitale consente di simulare l’intero ciclo di vita di un’opera, identificando in anticipo potenziali criticità.
Tuttavia, anche per le imprese di settore, adottare il BIM significa ottimizzare i processi interni, migliorare la collaborazione tra i team e accedere a nuovi bandi di gara. Le aziende che investono nel BIM si posizionano in modo competitivo in un mercato sempre più orientato alla tecnologia.
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Come adeguarsi alla normativa BIM
Adeguarsi all’obbligo BIM 2025 non significa semplicemente adottare un nuovo software o una nuova metodologia: è una trasformazione che coinvolge processi, competenze e tecnologie. Per garantire la conformità alla normativa e ottenere i massimi benefici, è necessario adottare un approccio strategico che tenga conto delle esigenze specifiche di ogni azienda o amministrazione.
Requisiti per le stazioni appaltanti
Al fine di adeguarsi alle normative BIM, le PA hanno il compito di:
- Dotarsi di figure professionali formate: in Orbyta offriamo corsi di formazione specializzati a sviluppare le competenze tecniche necessarie per garantire la conformità normativa e una gestione ottimale dei progetti.
- Garantire l’interoperabilità: la condivisione dei modelli BIM richiede piattaforme che supportino standard aperti come IFC (Industry Foundation Classes) e OpenBIM.
- Utilizzare ambienti di condivisione dati (ACDat): questi spazi digitali centralizzati permettono di gestire e condividere documenti, modelli e informazioni in tempo reale, migliorando la comunicazione tra le parti coinvolte.
Strumenti e ambienti di condivisione dati: IFC e OpenBIM
La normativa promuove l’uso di standard aperti per garantire la compatibilità tra i vari software utilizzati da progettisti, imprese e pubbliche amministrazioni:
- OpenBIM: è un approccio che garantisce la trasparenza e la collaborazione grazie all’uso di standard aperti, riducendo il rischio di vincoli legati a software proprietari.
- IFC (Industry Foundation Classes): è il formato aperto più utilizzato per la condivisione di modelli BIM. Supporta la descrizione di edifici e infrastrutture durante tutte le fasi del loro ciclo di vita.
Adottare questi strumenti è anche una questione strategica: garantire la trasparenza e l’interoperabilità permette di rispettare le normative e di ridurre i rischi di errori.
Quali sfide e difficoltà superare per essere compliant
Per le Pubbliche Amministrazioni (PA), adeguarsi all’obbligo BIM 2025 significa affrontare cambiamenti significativi nei processi di gestione degli appalti. La sfida principale è rappresentata dalla digitalizzazione del settore edilizio, che richiede risorse tecnologiche aggiornate e personale formato.
Integrare metodologie digitali richiede un ripensamento delle modalità operative, ma questo sforzo è necessario per rispettare i requisiti normativi e beneficiare della maggiore efficienza che il modello BIM può offrire.
In sintesi, la strada verso la compliance passa per investimenti tecnologici, formazione continua e una gestione più consapevole dei tempi e delle risorse. Con il giusto approccio e affidandosi a società di ingegneria specializzate, le PA possono superare queste difficoltà e sfruttare al meglio le opportunità offerte dal modello BIM.